A quale temperatura muoiono le muffe? Ecco la risposta

Le muffe sono microrganismi fungini particolarmente resilienti che trovano condizioni ideali di crescita in ambienti umidi e mal ventilati, con temperature comprese generalmente tra i 15°C e i 30°C. Queste condizioni tipiche degli ambienti domestici permettono alle muffe di proliferare, causando non solo danni estetici e strutturali, ma anche rappresentando un rischio per la salute umana a causa della diffusione delle loro spore nell’aria.

Quali temperature sono letali per le muffe?

Nonostante la capacità delle muffe di adattarsi a diversi ambienti, esistono limiti termici oltre i quali la loro sopravvivenza è compromessa. Le spore di muffa cominciano infatti a subire danni letali con l’esposizione a temperature superiori ai 50°C-60°C, purché questa sia prolungata e costante nel tempo. Alcune fonti sottolineano che per una completa eliminazione è necessario spingersi anche verso i 100°C, ma queste soglie non sono raggiungibili normalmente negli ambienti domestici senza ricorrere a dispositivi specializzati.

Le muffe domestiche comuni quindi:

  • Prosperano tra 15°C e 30°C.
  • Tollerano temperature minime fino a circa 4°C, rimanendo in una sorta di “stato di quiescenza”.
  • Cominciano a non sopravvivere solo dopo un’esposizione sufficientemente lunga a temperature nettamente superiori ai 50°C.

Queste indicazioni spiegano perché alzare semplicemente il riscaldamento domestico o utilizzare vapore in modo occasionale solitamente non basta per debellare definitivamente il problema: il calore deve non solo essere intenso, ma anche mantenuto costantemente sulle superfici contaminate per un periodo sufficientemente prolungato.

L’efficacia del calore nella lotta contro le muffe

Utilizzare il calore come unico metodo per eliminare le muffe presenta tuttavia notevoli criticità. Il vapore, pur raggiungendo anche temperature elevate, non garantisce la completa eliminazione se non viene applicato in modo professionale e uniforme su tutte le superfici interessate. Inoltre, l’uso eccessivo o non controllato di vapore può aumentare l’umidità ambientale e paradossalmente favorire la ricomparsa delle muffe, dato che l’umidità è di per sé il principale fattore predisponente.

È quindi fondamentale non affidarsi esclusivamente al calore per risolvere il problema. Sistemi professionali di sanificazione che combinano calore controllato, deumidificazione ed eventualmente trattamenti chimici specifici possono offrire risultati nettamente superiori rispetto a soluzioni “fai da te”.

Prevenzione e condizioni ottimali per evitare la proliferazione

Il controllo della temperatura è solo una delle chiavi nella gestione delle muffe, e non la più importante. La prevenzione si basa principalmente su:

  • Mantenimento dell’umidità relativa tra il 40% e il 60%, preferibilmente al 55%.
  • Ventilazione regolare dei locali per ridurre il ristagno di umidità.
  • Controllo delle infiltrazioni d’acqua e dei ponti termici nelle superfici esposte.
  • Isolamento termico degli ambienti e correzione delle temperature superficiali delle pareti, mantenendole intorno ai 20°C.

Le stanze mantenute a temperature inferiori ai 19,5°C con tassi di umidità superiore al 70% sono più a rischio di contaminazioni da muffa, poiché queste condizioni favoriscono la condensazione e quindi la crescita fungina. In questi ambienti la crescita della muffa è praticamente inevitabile senza interventi mirati sulla gestione dell’umidità e delle temperature superficiali.

Spore, salute e tecniche di eliminazione sicure

Le spore di muffa, microscopiche e leggere, sono in grado di diffondersi facilmente nell’aria. Oltre a danneggiare materiali organici come legno, tessuti e intonaci, possono causare allergie, irritazioni respiratorie e, in caso di esposizione prolungata, vere e proprie patologie dell’apparato respiratorio. Le strategie per la loro eliminazione non si basano soltanto sulle temperature estreme, ma richiedono una combinazione di azioni:

  • Rimozione fisica delle colonie visibili usando detergenti specifici antifungini.
  • Disinfezione profonda delle superfici con prodotti a base di candeggina o sostanze antimicrobiche laddove compatibili.
  • Trattamenti professionali come ozonizzazione o sanificazione termica controllata (non comuni a livello domestico).
  • Correzione delle cause strutturali e delle abitudini domestiche che favoriscono la formazione delle muffe (ponti termici, arieggiamento inadeguato, presenza di materiali organici in ambienti umidi).

La conoscenza della muffa come organismo può offrire preziose indicazioni sulla sua resistenza e sulla necessità di affrontare il problema in modo sistemico. Infatti, sebbene alcune specie faticano a sopravvivere a temperature sopra i 60°C, altre possono produrre spore capaci di resistere in ambienti ostili e tornare vitali non appena le condizioni tornano favorevoli.

La lotta efficace e definitiva contro le muffe si basa dunque su una strategia integrata: eliminare fisicamente le colonie visibili, sanificare l’ambiente, gestire in modo attento l’umidità e correggere le condizioni termiche delle superfici. Interventi rapidi, una corretta diagnosi delle cause alla base della loro comparsa e, ove necessario, il ricorso a specialisti, costituiscono la migliore garanzia per un ambiente sano e sicuro.

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