L’anidride carbonica aumenta? Ecco la soluzione naturale per assorbirla

Negli ultimi decenni, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è aumentata in modo significativo, ponendo serie minacce al clima globale e agli equilibri ecosistemici. Questo incremento è causato principalmente dalle attività umane, in particolare la combustione di combustibili fossili, la deforestazione e la modifica degli usi del suolo. Mentre la natura svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento della CO2, è ormai evidente che le emissioni prodotte dall’uomo superano ampiamente la capacità naturale di assorbimento, portando così all’aumento netto di questo gas serra nell’atmosfera.

Che cosa provoca l’aumento della CO2 atmosferica?

L’aumento della CO2 atmosferica è dovuto in misura quasi totale alle attività umane: la natura, infatti, è in grado di assorbire una quantità di anidride carbonica superiore a quella che emette, agendo come un gigantesco filtro naturale. Foreste, suoli e specialmente oceani trattengono una porzione significativa del carbonio immesso annualmente, riducendo di fatto il carico netto rilasciato nell’ambiente. Tuttavia, l’entità delle emissioni generate da attività antropiche, dall’industria e dai trasporti ha ormai superato la soglia critica. Il saldo tra emissioni e assorbimenti naturali risulta quindi fortemente sbilanciato a causa dell’azione umana, mentre i meccanismi naturali, se lasciati indisturbati, contribuirebbero a ridurre e non aumentare la CO2 atmosferica.

Oltre ai combustibili fossili, anche la deforestazione incide in modo notevole sul ciclo del carbonio: l’abbattimento di foreste riduce la capacità della Terra di sequestrare carbonio sotto forma di biomassa, accelerando ulteriormente l’accumulo di CO2 nell’atmosfera.

I meccanismi naturali di assorbimento della CO2

La fotosintesi è il processo principale attraverso cui la biosfera terrestre rimuove anidride carbonica dall’aria: le piante catturano la CO2 e la trasformano in materia organica, liberando ossigeno. Accanto alle piante terrestri, un ruolo cruciale è svolto dagli oceani e dal fitoplancton, minuscoli organismi capaci di assorbire e fissare il carbonio in grande quantità. Gli oceani, nello specifico, sequestrano circa il 25% della CO2 prodotta dall’uomo attraverso la fotosintesi di fitoplancton e alghe marine.

Anche le foreste rappresentano uno dei più grandi serbatoi di carbonio della Terra, in grado di assorbire più carbonio di quanto ne rilascino. Le aree forestali agiscono dunque come veri e propri “pozzi” di assorbimento, contribuendo efficacemente alla mitigazione degli effetti legati all’accumulo di gas serra.

Il ruolo delle piante terrestri

Tra le piante terrestri, alcune specie si distinguono per la loro particolare capacità di sequestro del carbonio:

  • Mangrovie: sono tra gli ecosistemi più efficaci per l’assorbimento di CO2 e apportano numerosi altri benefici ecologici nella lotta al cambiamento climatico.
  • Eucalyptus e Acacia: specie a crescita rapidissima, particolarmente efficienti nei primi anni di sviluppo.
  • Pini e querce: in ambito temperato, queste specie sono tra le migliori per efficacia di assorbimento, grazie sia alla crescita veloce che alla densità del legno.
  • Specie come il Pinus ponderosa e il Pinus occidentalis risultano tra i più efficienti accumulatori di carbonio, mentre fra le latifoglie le querce sono riconosciute per la loro grande chioma e capacità di fissazione del carbonio.

    Il ruolo delle alghe marine

    Le alghe marine si contraddistinguono per un ruolo spesso sottovalutato: nonostante le loro dimensioni ridotte, contribuiscono fino al 50% della capacità di assorbimento della CO2 dell’intera biosfera. La rapidità del loro ciclo vitale e la loro efficienza nella fotosintesi le rendono uno dei più promettenti alleati naturali per contrastare l’effetto serra. In condizioni ottimali di crescita (sufficiente luce solare, nutrienti adeguati e temperatura appropriata), le alghe possono rimuovere ingenti quantità di anidride carbonica dall’atmosfera.

    Soluzioni naturali per aumentare l’assorbimento di anidride carbonica

    Di fronte a una crescita costante della concentrazione atmosferica di CO2, puntare su soluzioni naturali si dimostra strategico. Tra le pratiche più efficaci figurano:

  • Riforestazione e afforestazione: piantare nuovi alberi, creare nuove foreste e ripristinare quelle degradate risulta essere uno degli strumenti più potenti per aumentare il sequestro naturale di CO2. Ogni albero piantato contribuisce a ridurre i livelli atmosferici di questo gas, migliorando anche la qualità dell’aria e contrastando la perdita di biodiversità.
  • Protezione degli ecosistemi esistenti: tutelare e gestire in modo sostenibile le foreste, le aree umide e le coste aumenta la loro capacità di funzionare come pozzi di assorbimento e previene ulteriori rilasci di carbonio contenuto nella biodiversità e nel suolo.
  • Coltivazione delle alghe: sostenere e incentivare la crescita delle alghe marine, soprattutto nelle zone degradate, può apportare notevoli benefici nell’assorbimento della CO2 grazie ai loro cicli di vita brevi e all’alta efficienza fotosintetica.
  • Vantaggi multipli degli interventi naturali

    L’adozione di soluzioni basate sulla natura produce effetti positivi che vanno al di là della sola mitigazione dei cambiamenti climatici:

  • Protegge la biodiversità e gli habitat naturali.
  • Aiuta a frenare l’erosione del suolo e promuove la fertilità dei terreni.
  • Contribuisce alla regolazione del ciclo idrologico, riducendo i rischi di alluvione e siccità.
  • Offre spazi verdi per il benessere umano, migliorando la qualità della vita nelle aree urbane e rurali.
  • Le soluzioni naturali dunque non solo riducono la CO2, ma apportano benefici ambientali, sociali ed economici, favorendo uno sviluppo sostenibile.

    Innovazioni tecnologiche e limiti delle strategie naturali

    Nonostante il potere delle soluzioni naturali, molte ricerche sottolineano che queste, da sole, potrebbero non essere sufficienti a compensare completamente le attuali emissioni di origine antropica. Per questo motivo si stanno sperimentando anche strategie artificiali avanzate, come le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (Carbon Capture and Storage – CCS), che prevedono sia la sintesi chimica di materiali solidi dalle emissioni, sia l’iniezione della CO2 in giacimenti sotterranei esauriti o abissi oceanici.

    Tali tecnologie sono però ancora in fase di sviluppo e sperimentazione, non offrendo (almeno per ora) la stessa affidabilità e sostenibilità delle soluzioni operate dalla natura stessa.

    La combinazione tra natura e innovazione

    La prospettiva futura più promettente è quella che vede l’integrazione tra le pratiche naturali – come la piantumazione di alberi, la gestione degli ecosistemi e la conservazione della biodiversità – e le innovazioni tecnologiche emergenti che puntano a catturare e stoccare artificialmente la CO2. L’approccio combinato permetterebbe non solo di assorbire anidride carbonica ma di agire contemporaneamente sulle radici delle emissioni, accelerando la transizione verso una società a emissioni ridotte.

    In definitiva, mentre le innovazioni tecnologiche potranno in futuro offrire un supporto crescente, la chiave immediata per assorbire anidride carbonica resta nell’utilizzo intelligente e intensivo delle soluzioni naturali come la riforestazione, la salvaguardia degli ecosistemi esistenti e la promozione della crescita delle alghe marine. Agire in tal senso significa puntare sia sull’efficacia che sulla sostenibilità ambientale a lungo termine.

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